Recensione di Emanuele Tamagnini (24 maggio 2011) per NerdsAttack.net

Un paio di anni fa Umberto Giardini ce lo aveva confessato, aveva voglia di mettere da parte (definitivamente?) l’alter ego Moltheni per dedicarsi a cose
nuove, deluso dalla massificazione musicale imperante nel nostro paesello fiero e orgoglioso. Dopo aver concluso i suoi numerosi passaggi live che in un
certo senso hanno salutato la prima parte della sua vita artistica, Umberto diventa “band” al fianco di Marco Marzo Maracas (Accordo dei Contrari) e
Floriano Bocchino. I Pineda nascono strumentali con questa prima produzione omonima (disponibile per ora solo in vinile 12! limitato) attraverso sette tracce
di purissima liquidità prog-psych, nostalgia e sentimento, come se i King Crimson si fossero dedicati per gioco alla cura della cerebralità proveniente dalla California lisergica di fine anni ‘60. Meno di quaranta minuti cristallini, sapienti, tecnici (ma mai “dimostrativi” o “superbi”), in continua reiterazione, in continua sorpresa. Perfetti.